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Giappone, parla la famiglia di un medico 26enne suicida per il superlavoro: “Serve una rivoluzione culturale”

Shingo Takashima è morto dopo tre mesi senza pause e 200 ore di straordinari

Le autorità ispettive del lavoro in Giappone hanno confermato che un medico di 26 anni è morto suicida un anno fa a causa dello stress dovuto al superlavoro, in particolare oltre 200 ore di straordinari fatte in un mese. A rivelarlo sono stati i familiari del medico, Shingo Takashima, ripresi dalla Cnn. Secondo gli avvocati della famiglia, Takashima aveva fatto più di 207 ore di straordinario nel mese prima della sua morte e non si era preso un giorno libero in tre mesi, come ha accertato l'organismo governativo di ispezione competente, che ha attribuito il suicidio del giovane medico alle condizioni di lavoro nell'ospedale dove lavorava nella città di Kobe.

Il Konan Medical Center ha però negato le accuse. «Non riconosciamo di avergli imposto carichi di lavoro eccessivi» ha detto Eisei Gu, capo del centro ospedaliero, citato da The Ashay Shimbun. Secondo il nosocomio, Takashima aveva iniziato a lavorare come residente nell'aprile 2020 e dall'aprile 2022 lavorava come specialista, con l'obiettivo di diventare gastroenterologo. L'indagine ha quindi stabilito che la sua morte è un infortunio sul lavoro indotto dal lungo orario lavorativo, evidenziando le immense pressioni esercitate sugli operatori sanitari.

Secondo il ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare, il Giappone combatte da tempo la cultura del superlavoro, con dipendenti di diversi settori che denunciano orari punitivi, pressione dei supervisori e deferenza verso l'azienda: la famiglia di Takashima ha deciso di parlare del suicidio del figlio perché ci sia un cambiamento nel Paese.

Pubblicato su La Nuova Venezia