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Migranti: naufragio al largo di Lampedusa, 41 morti. La procura: barchino senza motore da giorni, ipotesi pirateria

Il barchino era partito da Sfax. Il racconto dei quattro sopravvissuti. Il centro di Lampedusa al collasso: oggi 1100 trasferimenti

LAMPEDUSA. Tragedia in mare nel canale di Sicilia. Quarantuno migranti sono morti dopo che un barchino, salpato da Sfax in Tunisia, si è ribaltato ed è affondato durante la navigazione. A raccontare l'ennesima tragedia sono i quattro sopravvissuti, tre uomini e una donna, che sono stati salvati dalla motonave Rimona che, stamattina, li ha trasbordati sulla motovedetta Cp327 della Guardia costiera. I 4 naufraghi, originari di Costa d'Avorio e Guinea Konakry, sono sbarcati a Lampedusa.

Il procuratore di Agrigento, Salvatore Vella, ha aperto una inchiesta a carico di ignoti: l'accusa è di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro reato. Nelle prossime ore verranno ascoltati, assieme ai mediatori culturali e interpreti, dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento che cercheranno di ricostruire cosa sia effettivamente accaduto e di fare chiarezza su alcuni dettagli che, al momento, sembrano essere assai confusi e contraddittori.

Intanto l’hotspot di Lampedusa è ancora al collasso. Circa 1.100, dei 1.577 ospiti verranno oggi trasferiti dall'isola. Secondo quanto pianificato dalla Prefettura di Agrigento, in mattinata la polizia accompagnerà 557 migranti al porto: verranno imbarcati sul traghetto Galaxy con destinazione Porto Empedocle. A seguire, altri 400 migranti verranno imbarcati sulla nave San Marco che farà rotta su Augusta. In serata, saranno trasferite altre 150 persone con nave Cossyra, sempre per Porto Empedocle.

Secondo le indagini, il barchino naufragato era senza motore fuori bordo ed è possibile che i 4 superstiti del naufragio siano rimasti in balia delle onde per giorni. È quanto si apprende sull'inchiesta della Procura di Agrigento per naufragio e omicidio e che ad inizio agosto ha acceso la luce proprio su un nuovo fenomeno di pirateria internazionale lungo la rotta del Mediterraneo centrale con le imbarcazioni dei migranti aggredite da predoni - finti pescatori tunisini - per essere derubati di soldi, cellulari e motori da rivendere. L'imbarcazione è salpata da Sfax nei giorni in cui il mare era in condizioni proibitive, come mostrano le immagini diffuse dalla Guardia costiera italiana nelle scorse ore. La città costiera tunisina è protetta nelle prima miglia di mare dalla presenza delle isole Kerkenna, un arcipelago nel Golfo di Gabes. All'interno dell'imbarcazione in metallo - che ha perso la rotta - sono state notate numerose camera d'aria inutilizzate, probabili salvagenti di fortuna.

Pubblicato su La Nuova Venezia