Nei villaggi liberati a Izyum gli ucraini recuperano i morti russi: “Anche la loro anima merita sepoltura”
«Combattiamo contro i vivi, per i caduti abbiamo pietà. L’Sbu deciderà come scambiarli»
Erano le due meno venti. Forse era notte. Su quel che resta del polso, l’orologio del soldato russo morto a giugno è fermo lì. Al minuto esatto in cui la sua vita si è spezzata sotto i colpi di una granata lanciata dall’esercito ucraino nel villaggio di Krasnopillya, durante la controffensiva di Izyum. Se n’è andato così, il milite ignoto di Putin, da invasore. «Ma almeno la sua anima si potrà salvare», spiega Oleksyi Yukov, mentre solleva il cadavere del...
Pubblicato su La Nuova Venezia