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Stesso nome, stessa sorte per zio e nipote. 50 anni dopo

Alfredo Chiereghin aveva ricevuto il nome dello zio, morto mezzo secolo fa per un cavo. Il destino lo ha atteso al varco

CHIOGGIA. Stessa famiglia, stesso nome, stesso lavoro, stessa tragica fine. È stato un destino beffardo quello che, a oltre cinquant'anni di distanza, ha accomunato la sorte di Alfredo Chiereghin (zio) e di Alfredo Chiereghin (nipote). Entrambi morti in mare a causa di un cavo che, da strumento di lavoro, è diventato una trappola fatale.

Del nipote si sono occupate le cronache di questi giorni. Era imbarcato, giovedì scorso, su un pontone della Nuova Coedmar, nel porto di Taranto. Un...

Pubblicato su La Nuova Venezia