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«Isabella mi è morta tra le braccia»

Ecco il memoriale di Freddy Sorgato con la “sua verità” sulla fine dell’ultima amante: pratiche erotiche estreme

PADOVA. Un memoriale di cinque pagine scarse per negare il delitto. Per assumersi ogni responsabilità. Per tenere fuori dalla scena la sorella Debora, come concordato nelle tante lettere scambiate fra i due rinchiusi in carceri diversi (lui a Padova, lei a Verona).

E la conclusione dà il senso a quella “confessione” indirizzata al giudice, scritta a mano con calligrafia piccola e in un italiano sgrammaticato su fogli protocollo: «Io sono una persona molto riservata e trovo difficile parlare di me...

Pubblicato su La Nuova Venezia