Woody Allen, un clarinetto per la ricostruzione
Era atteso in concerto l’1 marzo, fu il primo a suonare devolvendo tutto l’incasso alla città
La notizia lo raggiunse mentre era dall’altra parte del mondo. «No, la Fenice no. La Fenice non doveva bruciare» furono le prime parole di Woody Allen quando un suo collaboratore gli comunicò che uno dei suoi teatri prediletti, in una delle sue città preferite, stava bruciando come un cerino nel gelo e nel vento di fine gennaio. Provò a sdrammatizzare dicendo che certo, la Fenice era bruciata perché lui avrebbe dovuto andarci a suonare. Due mesi dopo, l’1 marzo 1996,...
Pubblicato su La Nuova Venezia