Coppia si toglie vita due anni dopo suicidio della figlia
Nel Torinese, ragazza non sosteneva più ricordo stupro subito
ROMA, 26 DIC - Si sono tolti la vita insieme pochi giorni dopo avere raccontato il loro dolore a un giornale locale: due anni prima la loro figlia, ventottenne, si era impiccata affermando di non riuscire più a sostenere il peso delle violenze patite da un parente quando era piccola. La storia è quella di una coppia di Orbassano (Torino), Alessandro G., 64 anni, medico di famiglia, e Cristina M., 59 anni, farmacista. Avevano rivelato ciò che era successo alla figlia a 'L'Eco del Chisone'. L'articolo era uscito il 4 dicembre e il 9 dicembre sono stati trovati nella loro auto chiusa nel garage di casa, in condizioni disperate; la donna è morta nove giorni dopo, l'uomo il 23 dicembre. "Suicidio - avevano spiegato al giornale riferendosi alla vicenda della figlia - non è la parola corretta. Chi pone fine alla sua vita a causa di una violenza è vittima di un omicidio psichico e il suo aguzzino è un assassino". La ragazza nel 2022 raccontò ai genitori che l'origine dei suoi attacchi d'ansia, di cui soffriva da cinque anni, erano stati i soprusi sessuali di un parente (deceduto da tempo). Da alcuni giorni sui social compaiono i messaggi di amici e conoscenti della coppia. "Vogliamo credere che ora siate tutti e tre insieme, esattamente come desideravate" scrivono dalla Agafh (Associazione Genitori Adulti e Fanciulli Handicappati) nel ringraziare Alessandro "per ciò che ci hai donato e per il tempo che ci hai dedicato". "Uno dei migliori medici che abbia mai incontrato - è l'intervento di Carla R. - con la sua umiltà e dolcezza infinita. Buon viaggio caro Doc". (ANSA).
Pubblicato su La Nuova Venezia