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Ucciso a coltellate fuori da locale, chiesti 21 anni per omicida

Battute finale del processo in Corte d'assise a Cagliari

CAGLIARI, 11 DIC - Una condanna a 21 anni di reclusione è stata chiesta oggi in Corte d'assise a Cagliari dal pm Nicola Giua Marassi nei confronti del presunto responsabile dell'omicidio di Luca Mameli, 35 anni di Capoterra, accoltellato sul lungomare del Poetto di Quartu il 9 agosto 2023 dopo una gara a chi beveva di più fra due gruppi di ragazzi usciti da una discoteca all'alba, e morto poco dopo il trasporto in ospedale. Per la procura a sferrare il fendente che ha raggiunto la vittima al torace, è stato Alessio Desogus, 23 anni di Flumini di Quartu, presente questa mattina in aula, dove è stato abbracciato dalla madre. Il processo è alle battute finali: la sentenza è attesa per il 27 gennaio prossimo. La sorella di Mameli, Sara, sperava nel verdetto già oggi. Lo scrive in un lungo post sul suo profilo pubblico di Facebook in cui si sfoga. "Ho uno stato di schifo addosso, che non posso descriverlo", si legge sul social, dove se la prende con la difesa perchè cerca di minimizzare quanto accaduto. Riferendosi all'imputato dice: "Ha ucciso mio fratello, dicendo che c'è stato caos, confusione e quasi a non voler fare apposta è capitato". Lei sostiene invece che Desogus "aveva il coltello visibile in mano" e "senza motivo ha colpito a morte, con tale forza da fratturare il torace e piantare la lama nel cuore, e poi andarsene, senza soccorrere, proseguendo la serata in hotel". "Quello che mi ha fatto più male - chiarisce la donna su Facebook - è stato sapere che Luca nell'ultima mezz'ora in cui era in vita, dopo essere stato trafitto, senza motivo, da un essere che non aveva mai visto e con cui non aveva mai avuto a che fare, ha sofferto moltissimo, era cosciente, e sentiva che la vita lo stava abbandonando". Quindi si focalizza sull'abbraccio tra la madre e il presunto omicida: "Una ennesima mancanza di rispetto per noi. Può farlo in carcere, prendere appuntamento e vederlo quando vuole. Ma non c'era bisogno di farlo davanti a noi che piangiamo Luca". "E mia madre? Lei non ha questo privilegio? No perché dalla morte non c'è scampo, può solo guardare la sua foto. Non ci può parlare, non lo può abbracciare, non lo può consolare. Può solo portare i fiori in cimitero". Poi conclude: "Ho fiducia nella giustizia". (ANSA).

Pubblicato su La Nuova Venezia