Il “suo” campo da rugby, le volanti schierate: a Paese il funerale di Amar, poliziotto morto a Roma
Lo stadio di rugby di Paese , oggi, sabato 23 novembre all’allegria delle tifoserie lascia spazio ad una folla chiusa nel dolore per la morte di Amar Kudin, poliziotto e rugbista trentaduenne morto a Roma in un frontale fra due auto della polizia.
Scene dei suoi primi passi nel mondo della palla ovale, unico campo fra i tanti calpestati che aveva il sapore di casa e dove fra appena un mese sarebbe tornato a condividere mete e vittorie con i compagni di una vita.
Lo stadio del rugby di Paese , oggi, sabato 23 novembre all’allegria delle tifoserie lascia spazio ad una folla chiusa nel dolore per la morte di Amar Kudin, poliziotto e rugbista trentaduenne morto lunedì scorso a Roma in un frontale fra due auto della polizia.
È il giorno dell’ultimo saluto laico al poliziotto gentile e atleta rigoroso.
A Paese il sindaco ha dichiarato lutto cittadino. Decine di pantere della Polizia schierate ai bordi del viale che conduce all’ingresso dello stadio attendono il feretro di Amar. Al suo arrivo suona il silenzio delle volanti.
Poi la folla si riunisce al centro del campo, attorno alla bara avvolta nel tricolore, a centinai assistono dagli spalti.
A succedersi al microfono il sindaco di Paese Katia Uberti, Gigi Pozzebon presidente del Rugby Paese, il questore di Treviso Alessandra Simone e infine la sorella Tajma: “Amar non vorrebbe vederci tristi, fratello sorridi e pensa al mio nome”.
Lo ha ricordato così con la voce rotta dalla commozione Pierluigi Pozzebon, ripercorrendo la carriera sportiva del trentaduenne nel mondo della palla ovale.
“Ti ho visto e seguito attraverso i racconti di mio padre (Mario, primo allenatore di Amar ndr). Sei arrivato bambino, tra le file dei pulcini, per poi negli anni diventare un grande tallonatore degno dei più prestigiosi scenari sportivi, dalla Nazionale Under 20, al Benetton Dino alle Fiamme Oro, rimanendo sempre in fondo un ragazzo del rugby paese. Appena un mese e si sarebbe chiuso il cerchio, saresti tornato qui da noi, mancava davvero poco Amar”.
A gennaio Kudin aveva in programma il rientro a casa per ricongiungersi con la famiglia e sposare la compagna Anna.
A Paese, dove mamma Vesna, fuggendo dalla guerra nei Balcani, aveva messo radici quando Amar aveva un anno.
“La polizia di Stato perde un agente modello - ha concluso il questore di Treviso - Sarà ora nostro compito stare vicini a mamma Vesna e ai familiari di Amar, nella speranza che trovino la forza di affrontare questo momento di dolore”.
Pubblicato su La Nuova Venezia