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Associazioni e comitati insieme contro la violenza per Giacomo Gobbato: «Vogliamo vivere in sicurezza»

Alle 17 di oggi dalla stazione ferroviaria la partenza della manifestazione “Riprendiamoci la città”. Prevista una grande partecipazione

I ragazzi del Rivolta, i comitati cittadini, le sigle sindacali e i partiti, ma anche migliaia di persone di ogni età, tutti riuniti sotto lo stesso grido, quel “riprendiamoci la città” che oggi, sabato 28 settembre, dopo la tragedia di sabato scorso, ha il volto di Giacomo Gobbato.

Venerdì 27 settembre pomeriggio le realtà locali che hanno ufficialmente aderito al corteo avevano raggiunto quota 107 e c’era chi già ipotizzava settemila partecipanti totali: la manifestazione di questo pomeriggio si prospetta enorme, quali che siano i numeri definitivi è comunque impossibile negare l’effetto dirompente di quanto accaduto una settimana fa in corso del Popolo.

Il 26enne rimasto ucciso nella notte tra il 20 e il 21 settembre mentre cercava di fermare un rapinatore è diventato il simbolo dello scontento e delle preoccupazioni di Mestre, le stesse che a febbraio dello scorso anno avevano già portato circa cinquemila persone a marciare lungo le vie della terraferma veneziana e fino a piazza Ferretto.

Oggi la protesta si ripete, spinta da quel dramma che negli ultimi sette giorni ha già portato centinaia di persone a rendere omaggio al sacrificio di Gobbato con un fiore o un biglietto, lasciati lungo la cancellata del liceo Guggenheim.

La chiamata a raccolta

La chiamata a raccolta, su cui campeggia il ritratto di “Jack” regalato dal fumettista Zerocalcare agli attivisti del centro sociale di Marghera, è una locandina che campeggia sui muri così come sulle vetrine di Mestre, visto che tante attività hanno chiesto di poterla esporre (e c’è chi si è spinto oltre, come il Giralibri di via Carducci, che ha tolto tutti i volumi dall’espositore che dà sulla strada per fare spazio a un’intera griglia di volantini).

L’anno scorso il corteo aveva visto sfilare un’ottantina di associazioni, comitati, formazioni politiche e circoli, ma tutti avevano rinunciato a sventolare simboli e bandiere, così da formare un’unica massa compatta dietro allo striscione arcobaleno; oggi in testa ai manifestanti campeggerà una variazione dello slogan di allora: “Per Jack, per noi, per tutti: riprendiamoci la città”.

«Vogliamo ribadire che le politiche di questa amministrazione non hanno fallito perché inapplicate, ma perché inefficaci», tuonava giovedì Sebastiano Bergamaschi, l’amico di Gobbato rimasto ferito.

«Il corteo del febbraio scorso aveva reso omaggio al ragazzo ucciso da un tossicodipendente che guidava contromano», ha ricordato Nicola Ianuale, del gruppo di lavoro di via Piave, «Quello che è successo venerdì notte è figlio della stessa logica. Chiediamo una città vivibile e inclusiva, due cose che vanno di pari passo».

Lunedì sono previsti i funerali di Gobbato, a Jesolo, e sarà lutto cittadino, sia sul litorale che a Venezia.

Pubblicato su La Nuova Venezia