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Accoltellato da un rapinatore a Mestre: «Giacomo morto da eroe, si proclami il lutto cittadino»

Giacomo Gobbato è stato colpito da una coltellata mortale nel tentativo di difendere una donna, vittima di una rapina. Il partito democratico: «La sicurezza è un bene comune che oggi chiediamo con ancora più forza»

La morte di Giacomo Gobbato, ucciso da una coltellata ricevuta mentre difendeva la vittima di una rapina in Corso del Popolo a Mestre, sconvolge e fa discutere.

«In una città indifferente, abbandonata a se stessa, piena della vuota retorica securitaria di autorità politiche incapaci di far fronte alle emergenze sociali e ambientali, il gesto di Giacomo e di Sebastiano Bergamaschi, è eroico», dice la capogruppo di AVS alla Camera Luana Zanella.

«Chiediamo perciò che il sindaco Brugnaro proclami il lutto cittadino come atto di gratitudine verso Giacomo. Il dolore di sua madre è infinito e noi ci inchiniamo con immensa solidarietà e smarrimento. È stata colpita una comunità storica di Venezia, come è il Centro sociale Rivolta, dove la nostra migliore gioventù cerca di trovare risposte collettive e solidali ai problemi della nostra città».

Condoglianze agli amici e alla famiglia arrivano anche dal Partito Democratico di Venezia.

«Di fronte a queste tragedie occorre saper misurare le parole, tuttavia non possiamo fare finta di nulla, perché questo episodio è l'ennesimo di una lunga sequenza che ormai dura da anni. Questa città ha smarrito la propria anima nelle strade e nei palazzi», si legge in una nota della segreteria cittadina.

«Garantire il decoro e la sicurezza di una città non è certamente semplice e il lavoro encomiabile delle forze dell'ordine da solo non basta più.

La manifestazione dello scorso anno a Mestre con migliaia di persone che hanno riempito le nostre strade chiedeva una cosa chiarissima, a tutt'oggi ancora inascoltata, ossia nuove politiche di riqualificazione della città con il coinvolgimento dei residenti e di tutti i quartieri: la sicurezza è un bene comune che oggi chiediamo con ancora più forza, per Giacomo e per chiunque creda ancora che questa città meriti di essere di tutte le persone oneste e per bene che la vivono ogni giorno.

Se mancano le idee per riqualificare e rendere più sicura la nostra città e l'intelligenza di volerle ascoltarle quando queste ci sono, allora si rischierà sempre di più di andare incontro al far west - conclude il Pd - Dobbiamo tutti quanti impegnarci di più per rendere la nostra città una comunità forte e coesa».

Una profonda riflessione sul disagio sociale, è sollecitata anche dal segretario generale di Uil Veneto, Roberto Toigo.

«Vivo a Mestre cinque giorni la settimana, lavoro in una delle zone più difficili e mi rendo conto che la situazione è sfuggita di mano. Auto e uomini delle Forze dell’Ordine sono sempre presenti, di ronda, ma forse ormai non basta più. Non è tollerabile che i mestrini, a partire da una certa ora, non possano vivere la propria città e debbano chiudersi a casa per paura che accada qualcosa. Noi stessi - un anno e mezzo fa - abbiamo preso in affitto un nuovo ufficio in via Cappuccina per non lasciare la zona abbandonata, per renderla viva e animata, un tassello nell’impegno complessivo di dare a Mestre la qualità di vita che si merita. Si dovrà agire almeno su due fronti: da una parte più deterrenza e controlli, dall’altra una profonda riflessione sul disagio sociale che attraversa Mestre come tante altre città d’Italia».

«Mi unisco al dolore per l'omicidio di Giacomo Gobbato, ucciso a Mestre mentre tentava di difendere una donna da un rapinatore. In questo momento drammatico esprimo la mia totale vicinanza alla famiglia del ragazzo. Un plauso alle forze dell'ordine per aver prontamente fermato l'omicida auspicando che ora venga fatta giustizia. Senza sconti» dichiara in una nota il vicepresidente vicario di Fratelli d'Italia in Senato, Raffaele Speranzon.

«Nel suo ultimo gesto, prima di venire accoltellato, Giacomo ha incarnato la meglio gioventù: non si è voltato dall'altra parte di fronte ad un'ingiustizia, ma è corso, assieme all'amico Sebastiano, per difendere chi in quel momento era in pericolo". Lo afferma in una nota Arturo Lorenzoni, consigliere regionale del gruppo Misto.

«Non ha pensato alle conseguenze - prosegue Lorenzoni - ha scelto in un istante di stare dalla parte giusta, quella del più debole. Credo che tutta la comunità debba prendere esempio da questa sua azione di somma civiltà e solidarietà, pagata addirittura con la vita. Giacomo è un Giusto dei nostri tempi: spesso una parte del mondo degli adulti nutre dei pregiudizi nei confronti di alcune realtà come i Centri Sociali. La vicenda di Giacomo dimostra che c'è tanto bene, talvolta silenzioso, pure in contesti che vengono stigmatizzati a priori. A Sebastiano - conclude - gli auguri per una pronta ripresa. Pure a lui va il mio personale e sentito ringraziamento per la sua azione civica».

«Come Cgil di Venezia ci uniamo al cordoglio per Giacomo, che ha perso la vita intervenendo in aiuto di una persona in difficoltà», dichiara Daniele Giordano, segretario generale della Cgil veneziana. «Come sindacato - prosegue - rispettiamo il dolore della famiglia, delle compagne e dei compagni che lo hanno ricordato per il suo impegno nelle lotte a favore di un mondo e una città diversa. Quanto accaduto chiede a tutte le forze sociali di essere in campo per riprendere tutte le iniziative possibili per salvare la città dall'abbandono in cui versa e dalla grave insicurezza che colpisce i suoi abitanti», conclude.

«Siamo di fronte ad un evento drammatico che lascia sconvolta tutta la città. La morte di Giacomo Gobbato, ucciso per difendere una donna da un rapinatore, è una tragedia. La propaganda e gli slogan sulla sicurezza si scontrano con la realtà. Da tempo cittadini, associazioni, organizzazioni economiche chiedono per Mestre maggiore controllo del territorio e una più capillare presenza delle forze dell'ordine. In parlamento chiederemo, come già fatto più volte al Governo di uscire dalla bolla della demagogia e di confrontarsi sul merito delle iniziative da adottare anche per Venezia e Mestre sul tema sicurezza e presidio del territorio. Quanto avvenuto oggi segna un punto di non ritorno rispetto alla necessità di avere risposte per la città». A dirlo il senatore Andrea Martella, segretario regionale del Partito democratico del Veneto.

«Questa volta non è il caso di polemizzare. Non interessa chi sia l'assassino. È Giacomo Gobbato l'unico che meriti di essere ricordato e onorato. Aveva solo 26 anni, ma non ha esitato a sacrificare la propria vita per aiutare una donna che stava per essere rapinata. Rendiamo omaggio a questo ragazzo, un italiano vero oltre ogni ideologia, che si è ribellato all'indifferenza generale. Siamo vicini col cuore ai suoi genitori, che perdono un figlio, ma hanno trovato un eroe che incarna i nostri valori smarriti della società». Così il Ministro del Turismo Daniela Santanchè.

Pubblicato su La Nuova Venezia