Dramma alla Fincantieri, in centinaia al funerale islamico di Islam Miah, l’operaio morto a 34 anni
In tantissimi si sono stretti attorno al fratello Noralom Miah, anche lui operaio, il qualche torna a chiedere di conoscere con esattezza le circostanze in cui è avvenuta la tragedia
In tantissimi domenica 14 luglio, hanno partecipato al funerale islamico di Islam Miah, l’operaio bengalese
dipendente dell'azienda Sait spa, morto all'ospedale di Mestre il 25 giugno, dove era stato portato d'urgenza dopo una brutta caduta all'interno dello stabilimento Fincantieri di Marghera, avvenuta il 24 giugno, verso il tardo pomeriggio.
Domenica moltissimi lavoratori bengalesi, si sono stretti al fratello Noralom, anche lui operaio in Fincantieri, che qualche giorno fa ha lanciato un appello, chiedendo non solo di voler sapere con esattezza come è morto il fratello, ma anche «perché non è stato portato immediatamente all’ospedale».
Il funerale si è svolto nella moschea di via Linghindal, laterale via via Torino, Baytul Mamur Jame Mashjid. Dopo la preghiera la processione verso il feretro, assieme al fratello.
Grazie alla colletta della comunità, la salma verrà spedita nei prossimi giorni in Bangladesh, dove è attesa dalla moglie e i parenti del villaggio di origine.
«Al momento non abbiamo notizie circa le cause sicure della morte di Islam Miah, ma sappiamo che il decesso è avvenuto per un trauma cranico importante, con morte cerebrale tale per cui i sanitari e la direzione dell’ospedale hanno convenuto di staccare le macchine che lo tenevano in vita. Di certo, dall’autopsia non sono emerse patologie evidenti, anche se bisogna attendere l’esito degli esami istologici» ha spiegato di recente Alfonso Vuono, socio del Gruppo Mazzini che sta rappresentando la famiglia Miah nella tragedia che l’ha colpita.
Islam Miah era padre di due bimbi di 3 e 8 anni, è scivolato da un ponteggio alto non più di un metro, mentre stava lavorando alla posa delle grandi lastre metalliche che ricoprono le navi, all’opera in uno dei bacini della Fincantieri per conto di una ditta in sub appalto, per la quale l’uomo lavorava da 8 anni.
Poche settimane fa anche il fratello Noralom Miah, anche lui operaio specializzato in una ditta che lavora per Fincantieri, ha avuto un brutto infortunio: «Il 10 giugno», ha raccontato, «ho avuto un incidente sul lavoro in Fincantieri anche io. Mi trovavo su una passerella, quando ha ceduto sotto ai miei piedi la griglia, ho puntato le gambe per non finire di sotto nelle tubature dove scorre l’acqua e mi sono spaccato diverse costole. Non sono morto solo perché i miei colleghi mi hanno aiutato, altrimenti oggi non sarei qui».
Aggiungendo: «Quello che è successo a noi, non deve più accadere a nessuno, che sia italiano o bengalese»
Pubblicato su La Nuova Venezia