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Ritrovato il corpo di Cristian nel Natisone, l’avvocato della famiglia: «È lui, ora è il momento del dolore. Grazie ai soccorritori»

Era in una pozza d’acqua non lontano da dove sono stati rinvenuti i corpi delle due ragazze che il 31 maggio sono state travolte insieme a lui. A Premariacco le campane a morto hanno risuonato in tutto il paese

La conferma è arrivata: il corpo nel Natisone è quello di Cristian Molnar, disperso da venerdì 31 maggio quando è stato travolto dalla acque del fiume assieme a due amiche. La certezza arriva da Gaetano Laghi, l’avvocato della famiglia del ragazzo: «Prendiamo atto della triste notizia del ritrovamento, dopo tanti giorni, del corpo del povero Cristian. Questo è il momento del dolore».

«La famiglia finalmente potrà avere un corpo su cui piangere e, chiusa nel proprio dolore, non intende fare nessuna dichiarazione - ha aggiunto -, nessun commento, se non ringraziare le autorità italiane che, in questi giorni, in maniera indefessa, non hanno mai smesso di cercare Cristian e che, dopo tante fatiche, sono riusciti in questa difficilissima impresa»

Sul posto è arrivato anche il fratello Radu Petru che ha riconosciuto questo pomeriggio il corpo ritrovato nel fiume Natisone come quello del fratello, Cristian Molnar.

Petru, poco tempo dopo la tragedia dei tre ragazzi, si era trasferito lungo il Natisone per osservare da vicino l'andamento delle ricerche e insistendo sempre perché non venissero sospese. Nei giorni scorsi ha anche lanciato più di un appello in questo senso. Le ricerche sono andate avanti senza mai interrompersi, sono cambiate soltanto le modalità e ridotto il numero dei soccorritori che vi partecipavano, così come dei mezzi. Il corpo era in una pozza d’acqua non lontano da dove sono stati rinvenuti i corpi delle due ragazze che il 31 maggio sono state travolte insieme a lui dal Natisone, Bianca e Patrizia in via delle Betulle, 300 metri prima degli altri rinvenimenti.

I tre ragazzi erano andati sul greto del Natisone per scattare alcune foto il 31 maggio scorso quando, a causa delle intense precipitazioni dei giorni precedenti, il livello delle acque del Natisone è rapidamente salito. Fino a quando i ragazzi, stretti in un abbraccio, non sono stati travolti.

Da allora non si sono mai interrotte le ricerche e dapprima sono stati trovati i corpi delle due ragazze, e soltanto oggi quello del giovane romeno, residente in Austria. Con modalità e con numero di soccorritori e di corpi e mezzi impegnati, le ricerche erano in corso anche questa mattina. L'abbassamento del livello delle acque di questi ultimi giorni ha consentito il ritrovamento.

Il sindaco di Premariacco

Si chiude un doloroso capitolo per l’intera comunità di Premariacco. Alle 15 le campane della chiesa del comune e delle sue frazioni hanno suonato a morto. Giunto sul posto anche Michele De Sabata, il sindaco di Premariacco che fin dalle prime ore ha seguito la vicenda dei tre ragazzi. «Aspettiamo il riconoscimento da parte del fratello di Cristian ma non ci sono dubbi che sia lui». Per ventitrè giorni i soccorritori non hanno mai perso le speranze di ritrovare il ragazzo inghiottito dalla furia del Natisone: «Non si sono mai fermati, non si sono mai dati per vinti. Pompieri e volontari che con caparbietà hanno cercato tutti i giorni, domenica compresa», ha aggiunto il sindaco.

Decine, infatti, le persone che si sono alternate in queste settimane sulle sponde del fiume: ragazzi, padri di famiglia, uomini della protezione civile e dei vigili del fuoco. Una comunità intera che si è impegnata nelle ricerche. «Penso spesso all’abbraccio dei tre ragazzi, stretti prima di essere trascinati via dalla corrente. Lo stesso abbraccio che l’intera comunità di Premariacco ha voluto dare ai familiari delle vittime»

Il cordoglio del presidente Fedriga

«Una profonda vicinanza alla famiglia di Cristian Molnar, un sentito ringraziamento a tutti gli uomini e le donne che si sono impegnati, senza risparmiare energie, tempo e forze, nella ricerca del giovane disperso da settimane nel fiume Natisone e alla comunità di Premariacco per la solidarietà dimostrata». Sono le parole espresse dal governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, alla notizia del ritrovamento del corpo del 25enne.

«Ci stringiamo alla famiglia di Cristian con affetto e partecipazione» ha affermato il massimo esponente della Giunta regionale sottolineando l'instancabile impegno dei soccorritori che hanno lavorato senza sosta in queste difficili circostanze «la loro dedizione e il loro coraggio - ha concluso Fedriga - rappresentano un esempio di straordinaria umanità e solidarietà. La nostra comunità è profondamente grata per il loro operato».

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Tre settimane fa sono stati ritrovati i corpi delle due due ragazze, Bianca e Patrizia Il rinvenimento è avvenuto nella mattinata di domenica 2 giugno, nel corso delle ricerche che erano riprese alle prime luci del giorno.

È presumibile, come sostengono anche alcuni esperti, che la morte delle due ragazze sia sopravvenuta pochi istanti dopo il loro passaggio sotto il ponte, quando di fatto sono scomparse alla vista.

Trascinati dalla forza impetuosa delle acque, i corpi, forse già senza vita anche per la temperatura molto bassa dell'acqua, sono finiti in un anfratto o impigliati nella vegetazione.

Alcuni testimoni oculari avevano chiaramente visto almeno una delle persone coinvolte sbattere violentemente contro la forra e le rocce che si trovano poco oltre il ponte Romano. Inoltre, la temperatura dell'acqua era rigidissima.

Nel caso che la traiettoria del fiume avesse miracolosamente espulso sull'argine qualcuno, sarebbe stato necessario individuarlo con assoluta celerità, per evitare un decesso per ipotermia.

Le ricerche di Cristian

Dal 31 maggio non si sono mai fermate le ricerche del ragazzo. Nemmeno dopo il ritrovamento delle due amiche lo scorso 2 giugno. Nei giorni scorsi il prefetto di Udine ha rimodulato la macchina dei soccorsi: «Le verifiche saranno affidate principalmente ai cani molecolari, continuando a perlustrare le sponde del fiume Natisone fino alla confluenza con il Torre», aveva dichiarato Domenico Lione.

Per garantire supporto, in municipio a Premariacco ha continuato ad essere operativo un presidio dei vigili del fuoco con la collaborazione della Protezione civile Fvg.

L’inchiesta

Tassello dopo tassello, testimonianza dopo testimonianza. Così la Procura sta provando a ricostruire quel che è accaduto tra la prima richiesta di aiuto arrivata dal Natisone e l’estremo tentativo dei vigili del fuoco che hanno provato fino all’ultimo a salvare dalle acque in tumulto Patrizia, Bianca e Cristian.

Gli investigatori vogliono fare luce anche sulla gestione delle telefonate che Patrizia ha fatto dall’alveo del fiume, chiamando per quattro volte il 112.

E per questo i carabinieri sentiranno nei prossimi giorni gli operatori della centrale del Numero unico per l’emergenza: mercoledì 12 giugno almeno tre di loro – che erano in servizio nel primo pomeriggio di venerdì 31 maggio e che hanno risposto da Palmanova alle richieste d’aiuto di Patrizia Cormos – hanno ricevuto una comunicazione da parte dell’Arma, con cui sono invitati a mettersi in contatto con gli investigatori, in quanto persone informate sui fatti.

Il loro racconto, unito all’acquisizione dei tabulati telefonici già disposta dalla Procura, contribuirà a chiarire le modalità di attivazione dei soccorsi.

Patrizia ha chiamato il Nue quattro volte, la prima alle 13.29, seguita a stretto giro da una seconda chiamata. Alle 13.47 al 112 è giunta la chiamata di un cittadino che segnalava la presenza dei tre ragazzi nel Natisone. Alle 14.07 la giovane ha chiamato per due volte nell’arco di pochi secondi il numero per l’emergenza e una delle due telefonate è rimasta senza risposta.

Pubblicato su La Nuova Venezia