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Le rose, il “suo” calcio Padova e quelle parole, «Abbiate sempre un piano B»: l’addio a Barbara Carron

Barbara Carron, 51 anni, è morta a causa della recidiva di un tumore al seno, un cancro che aveva imparato ad “accogliere”. In provincia di Treviso, a San Zenone degli Ezzelini, il suo funerale

Nel giorno dell’ultimo saluto è stata la stessa Barbara a trovare le parole giuste, quelle quasi impossibili da trovare nel momento più doloroso.

Questa mattina, sabato 8 maggio, le sue riflessioni raccolte in un breviario, un testamento che è un inno alla vita, sono riecheggiate in ogni angolo della parrocchia di Ca’ Rainati posandosi nel cuore delle centinaia di persone che hanno partecipato al funerale. La chiesa a fatica è riuscita a contenere la folla commossa.

Barbara Carron, 51 anni, è morta giovedì scorso in seguito alla recidiva di un tumore al seno, un cancro che aveva imparato ad “accogliere” trasformandolo in un “trigger”, scriveva sul suo diario social, per acquisire nuove consapevolezze.

«l suo breviario è una sintesi della sua vita, che si capisce dalla fine», ha esordito don Luigi Bortignon, parroco di San Zenone, all’inizio della cerimonia. In quelle dodici pagine l’imprenditrice e già vicepresidente del Calcio Padova, lascia un messaggio universale che invita a riscoprire il senso del tempo e delle relazioni, a non rimandare, e «ad avere sempre un piano b», quello che lei aveva trovato nel coaching, passione riscoperta in parallelo all’impegno dell’azienda di famiglia attraverso cui Barbara esprimeva la sua vera vocazione: il prendersi cura del prossimo.

«Zia, ci hai insegnato ad amarci nelle piccole cose, a gioire del profumo dell’erba fresca e di una fetta di pane caldo - Questo il messaggio dei dodici nipoti letto ad alta voce sull’altare - I tuoi post erano una preghiera quotidiana. Ti promettiamo che seguiremo i nostri sogni. Ora abbraccia forte il nonno Angelo per noi e sorridici dall’alto».

Ventitrè anni fa nella stessa chiesa si celebrò il funerale di Angelo Carron, padre di Barbara e dei suoi fratelli e sorelle, Diego, Arianna, Paola e Marta, in prima fila questa mattina, stretti attorno a mamma Graziella.

Tra le file di banchi molte autorità fra cui il presidente della Regione Luca Zaia, l’assessore regionale Federico Caner, il presidente di Confindustria Veneto Est Leopoldo Destro e tanti volti noti dell’imprenditoria locale. Presente la delegazione del Padova Calcio per l’ultimo saluto alla sua “Lady B”.

C’era anche Marcello Cestaro, storico presidente del club.

La maglia dei biancoscudati con il numero 1, e quel soprannome con cui tutti la chiamavano affettuosamente al termine della cerimonia è stata adagiata sulla bara, accanto al tappeto di rose bianche prima dell’ultimo viaggio del feretro fino al vicino cimitero di San Zenone dove Barbara Carron riposerà, vicina alla propria gente.

Pubblicato su La Nuova Venezia