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Vigilessa uccisa: comandante, mai visto Gualandi pulire l'arma

Il verbale dopo l'omicidio della 33enne Sofia Stefani

BOLOGNA, 25 MAG - "Non ho mai visto Gualandi pulire l'arma in ufficio". Sono le parole di Silvia Fiorini, la comandante della polizia locale di Anzola, quando è stata sentita a verbale in seguito alla morte di Sofia Stefani, 33enne ex vigilessa, uccisa da un colpo di pistola sparato dall'arma di ordinanza di Giampiero Gualandi. Il 62enne è attualmente in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato. Il 16 maggio i due, che avevano avuto una relazione, si sono trovati nell'ufficio di Gualandi. Secondo il racconto del 62enne c'è stata una colluttazione ed è partito un colpo per errore dalla pistola che aveva con sé, ha detto, perché doveva pulirla. Una versione a cui però la Procura (e il Gip che ha disposto la custodia cautelare) non hanno creduto. Nell'audizione, la comandante ha spiegato di non aver mai visto Gualandi - a sua volta ex comandante del reparto e adesso in servizio come commissario capo - con l'arma in mano. "Da pochi mesi - ha detto - aveva ottenuto una certificazione per cui era esonerato dai servizi esterni". Lavorava quindi in ufficio, ma la pistola gli era rimasta: non è prevista una revoca, in questi casi. "Ma il nostro regolamento - ha spiegato Fiorini agli investigatori - prevede che i nostri servizi interni non debbano essere armati". Solitamente ciascun agente si esercita almeno una o due volte l'anno". Fiorini ha definito "anomalo", rispondendo ad una domanda, il fatto che l'indagato abbia pulito l'arma in ufficio: "Le ultime esercitazioni ci sono state a novembre e le armi dovrebbero essere state pulite in poligono". Non svolgendo servizi esterni, Gualandi non doveva portare l'arma, a norma di regolamento, "e pertanto non ravviso la necessità di una pulizia estemporanea". "Non so - ha aggiunto la comandante - se avesse la capacità di maneggiare l'arma in termini di smontaggio e rimontaggio per pulirla". (ANSA).

Pubblicato su La Nuova Venezia