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Ucciso per pizzo a impresa protetta, ergastolo al boss Virga

Omicidio nel 2001, sentenza di primo grado confermata a Messina

MESSINA, 13 MAR - Ergastolo confermato anche in secondo grado dalla Corte d'assise d'appello di Messina. Così come aveva richiesto l'accusa per il boss palermitano Domenico Virga, considerato elemento di spicco di Cosa nostra nel mandamento di San Mauro Castelverde-Gangi, accusato di essere tra i mandanti dell'omicidio di Francesco Costanza, originario di Tusa, ucciso il 29 settembre 2001 nella strada tra San Fratello e Acquedolci, nel Messinese. Costanza sarebbe morto per aver chiesto la "messa a posto" ad alcune imprese che lavoravano sui Nebrodi, ma erano già "protette" da Cosa nostra palermitana e anche per aver trattenuto una parte delle somme estorte. Lo scrive la Gazzetta del Sud. Il sostituto procuratore generale Maurizio Salamone aveva chiesto la conferma integrale della condanna di primo grado e si era anche opposto alla richiesta di riapertura dell'istruttoria dibattimentale chiesta dall'avvocato Salvatore Silvestro, uno dei difensori di Virga, per sentire nuovamente il pentito Nino Giuffrè "manuzza". Secondo l'accusa l'omicidio fu deciso nel corso di un summit mafioso che si svolse in un casolare abbandonato di Tusa. Francesco Costanza fu ucciso in un terreno di Contrada Cartolari tra San Fratello e Acquedolci: fu ferito con colpi di pistola calibro 7.65 e poi finito a colpi di pietra. Virga ha sempre negato di essere uno dei mandanti dell'omicidio e di aver commissionato l'esecuzione, dichiarandosi estraneo alla vicenda. (ANSA).

Pubblicato su La Nuova Venezia