Mestre, addio a Mario Stevanato, fondatore delle omonime gioiellerie
Ha lavorato fino all’ultimo. La prima gioielleria, fondata nel 1956, è stata insignita dall’allora sindaco Massimo Cacciari dell’attestato di “bottega storica e della tradizione”
Una vita dedicata al lavoro e alla famiglia. E’ mancato domenica Mario Stevanato, 83 anni, uno degli ultimi maestri orologiai del territorio, il fondatore delle gioiellerie Stevanato, attività che ha messo in piedi nel 1956, un artigiano vecchio stampo oltre che gioielliere.
Nel 2008 l’allora sindaco Massimo Cacciari conferì alla gioielleria l’attestato di “bottega storica e di tradizione di Mestre”. Premiato in più di un’occasione dalle categorie, Confesercenti e Confcommercio, e dalla Camera di commercio per il “lavoro professionale e e il progresso economico”.
Grazie a lui i figli, Roberto Nicola e Manuel hanno proseguito l’attività del padre, espandendosi e aprendo gioiellerie nel territorio, due a Zelarino, e una a San Donà di Piave. Presto la gioielleria del Centro Polo si trasferirà in centro a Preganziol, in un negozio più grande, il taglio del nastro è previsto per febbraio.
Mario Stevanato ha iniziato a lavorare quando era solo un ragazzino, prima con lo zio in via Miranese, per poi trasferirsi a Zelarino e aprire la gioielleria in centro, dove ha venduto fedi, diamanti, orologi, a centinaia di coppie e famiglie, prendendo parte alla vita di molte persone del paese e della città, consigliandole nei momenti delicati della vita e anche in quelli più gioiosi e festosi.
La passione per il lavoro, che ha permeato la sua vita non lo ha mai abbandonato e fino a fine anno, raggiungeva il figlio Manuel in negozio, per consigliare i clienti e fare due chiacchiere con tutti. Un punto di riferimento per chi lo ha conosciuto e ha avuto la fortuna di condividere con lui un pezzo di vita, lavorativa e famigliare.
Si sposò con la moglie Ivana nel 1964 e scelse il giorno di Ferragosto per convolare a nozze, perchè era uno dei pochissimi giorni dell’anno in cui la gioielliera poteva rimanere chiusa.
Un uomo, un marito e un padre tutto d'un pezzo, leale, fedele alla parola data e al contempo determinato e ambizioso. Mai fermo, sempre in movimento, pieno di forze e di energie.
Nella sua vita ha aiutato tante persone senza chiedere nulla in cambio, ha insegnato a tantissimi orologiai il mestiere, generoso e al contempo intraprendente, con uno sguardo sempre puntato verso il futuro. Amava lo sport, la bici, lo sci, la sua amata casa di Tambre.
I funerali si svolgeranno mercoledì 24 gennaio alle 11 nella chiesa di San Vigilio a Zelarino.
Pubblicato su La Nuova Venezia