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Quella rabbia disperata e solitaria contro chi non è venuto a salvarti

Dopo 24 giorni di prigionia gli ostaggi perdono qualsiasi speranza di sopravvivere. Ormai nessuno riuscirà più a condividere la loro sofferenza, stanno per sprofondare nell’oscurità

Già ventiquattro giorni. Prigionieri da ventiquattro giorni dal folgorante disastro del 7 ottobre. È tempo sufficiente perché gli ostaggi di Hamas si sentano poveri e grami come alberi che abbiano ormai dato il loro frutto. Hanno compreso che, anche se torneranno liberi, non potranno mai raccontare quanto è loro accaduto, non sarà possibile che altri, anche le persone che amano e li amano, possano sentirlo come loro, che quei giorni, al di fuori di loro, conservino qualcosa che assomigli a...

Pubblicato su La Nuova Venezia