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Kajdi ucciso con una fiocina a Sirolo, il killer dopo averlo trafitto è andato in spiaggia

Versioni discordanti sulla lite e l’aggressione. Oggi l’autopsia sul corpo del giovane operaio di origini albanesi ucciso da un algerino nelle Marche

Dice di non aver sparato, di non essersi reso conto di averlo ucciso, di aver preso il fucile da sub solo per difendersi. Si dispera Molloul Fatah, l’algerino di 27 anni fermato per aver l’omicidio di Klajdi Bitri, giovane operaio di origini albanesi morto domenica, trafitto dalla sua fiocina in una stradina della zona del Conero. Fatah non sapeva di averlo ucciso? Mah, di certo dopo averlo colpito gli ha estratto la fiocina dal petto ed è andato al mare.

La dinamica

Secondo la ricostruzione dei carabinieri c’erano tre auto. Nella prima viaggiava una famiglia con alla guida una donna, nella seconda c’erano Fatah e la fidanzata con la quale convive a Jesi e nella terza i due fratelli Bitri e un terzo giovane al volante, amici della famigliola. La donna rallenta perchè non conosce la strada, Fatah inizia a suonare il clacson, il marito della signora scende e inizia una zuffa con Klajdi. Fin qui le diverse versioni sono unanimi. Ma solo fino qui

«Ho preso il fucile per difendermi», dice Fatah. «Non è vero, ha sparato a Klajdiï», sostiene il fratello della vittima. «L’algerino ha picchiato con calci e pugni mio marito», ha detto la donna della prima auto. Per difenderlo sono corsi gli amici di Fatah, lui avrebbe aperto il portabagagli, avrebbe brandito il fucile e avrebbe sparato a Klajdi. Oggi l’autopsia racconterà qualcosa di più.

Chi è la vittima

Klajdi era una persona buona, raccontano amici e conoscenti, lavorava ai cantieri navali di Ancona come operaio. Giocava come centrocampista nella squadra di calcio multietnica di terza categoria Nuova Aquila.

«Era arrivato 5 anni fa e aveva portato il fratello e la fidanzata», ricorda Pali Gjecko, rappresentante della comunità albanese delle Marche e punto di riferimento del team calcistico. «Veloce, buona tecnica, lo faceva per puro divertimento, per stare con noi, perché credeva al nostro progetto di integrazione, questa è una tragedia immensa», aggiunge l’allenatore, Taieb Ferjani.

L’omicida

Algerino, 27 anni, Molloul Fatah è il ragazzo che ha ucciso con un colpo di fiocina il giovane albanese. Secondo la risìcostruizione dei carabinieri, non è escluso che dopo l’omocidio, di cui dice non essersi reso conto, sia andato a pescare e forse abbia usato proprio il fucile con cui aveva appena commesso un omicidio. Fatah abita a Jesi da circa un mese ed è cittadino italiano. La sua famiglia vive a Montecarotto, sempre nello Jesino, da vent’anni. E’ un appassionato di boxe. Al momento sarebbe disoccupato.

«Nooo nooo, non l’ho ammazzato», ha urlato quando l’hanno bloccato. «Dov’è il fucile?», hanno chiesto i carabinieri alla fidanzata che era lì. E lei ha indicato una sacca a terra, vicino a Fatah.

Pubblicato su La Nuova Venezia