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Cerca di salvare l’amico da un pestaggio: ucciso a 23 anni con un colpo di fiocina

A Sirolo in provincia di Ancona. L’assassino stava picchiando un uomo per motivi di viabilità. Il giovane albanese raggiunto in pieno petto

SIROLO (ANCONA). Aveva percorso 30 km verso nord, era ancora a torso nudo come quando ha lasciato la scena del delitto e portava con sé l'arma: un fucile da pesca subacquea. Il killer della fiocina di Sirolo è stato arrestato poche ore fa a Falconara Marittima, nella stessa provincia di Ancona in cui, per tutta la notte, i carabiniere gli hanno dato la caccia.

La ragione del delitto è stata una lite stradale: una mancata precedenza, oppure forse, la troppa lentezza nel procedere su un'arteria periferica. Il luogo: via Cilea a Sirolo, una delle località balneari più suggestive ed incontaminate delle Marche, Riviera del Conero. Il momento: ieri, domenica, poco dopo le 17,00. Le conseguenze: un ragazzo di 23 anni all'obitorio. È morto sul colpo, ferito al torace. I testimoni: l'amico che viaggiava con la vittima e la sua famiglia. Moglie e due figli. Guidava lui la macchina. Ha tentato di difendere l'altro ed ora è sotto shock. Poi, i passanti di rientro dalla spiaggia. Infine, i giovani a bordo della vettura che seguiva quella del presunto assassino. I tre ragazzi hanno inutilmente cercato di calmare gli animi, assistendo alla scena. L'indagato: un uomo, che ora si scopre essere di origini nordafricane, accompagnato da una donna.

Per la legge italiana, la fiocina vale come una fionda, un arco, una balestra. Tecnicamente, non è considerata un'arma. Chiunque, al di sopra dei 16 anni, può acquistare e trasportare liberamente un fucile da pesca subacquea. Attenzione: trasportare. Lo si può armare con la freccia solo in immersione e in condizioni di luce ottimale. Questo, ovviamente, per ridurre il rischio di scambiare un essere umano con un pesce. La potenza è minima e il raggio d'azione, limitato: 5 metri circa. Il più economico costa circa 47 euro da Decathlon, ma ci sono versioni più sofisticate, potenti, accurate. La scelta di questo strumento come arma del delitto, non è inedita.

Una panoramica su fatti più o meno recenti, può essere riassunta così: 12 maggio 2015, Lorenzo Fiori, 20 anni, di Sassari, ferisce la convivente 23enne al volto e viene arrestato dalla mobile locale con l'accusa di tentato omicidio. 5 aprile 2016, isola di Ponza, provincia di Latina. Un pescatore subacqueo di 47 anni colpisce con un dardo una 28enne incinta. Difronte all'emergenza, che si risolverà con ferite lievi per la donna e il bambino che porta in grembo, l'uomo sostiene sia stato un incidente. Lei, invece, a valle di un diverbio, lo accusa di aver agito volontariamente e lo denuncia. Anche qui, tentato omicidio e lesioni. L'episodio più recente: 2 giugno di quest'anno. Una lite tra vicini degenera nella violenza. Golfo Aranci, per caso, nuovamente Sassari. Un uomo di 60 anni spara al volto di una 43enne. La ferisce gravemente. Sopravviverà, ma perderà l'occhio. Anche questa volta, tentato omicidio e lesioni, aggravate dai futili motivi.

«Futili motivi» è una formula che ricorre anche nel caso di Sirolo. Si è trattato senza dubbio di una banale lite sul traffico. Così, ha riferito il ragazzo albanese che ha raccontato alle prime volanti accorse sul posto, quanto appena accaduto all'amico, connazionale, operaio, residente ad Ancona e poco più che ventenne. Così, hanno detto gli altri testimoni. Le prime notizie parlavano di una provinciale trafficata e la macchina della vittima che rispetta i limiti, suscitando l'ira dell'aggressore. Successivamente, la versione dei fatti cambia: il tutto si sarebbe svolto a un incrocio, una rotonda, con la vettura di quello che poi avrà la peggio che si immette costringendo l'altro a una frenata.

L'assassino era accompagnato da una donna. Lei era alla guida della Volkswagen Polo bianca. Prima dello sparo, ci sarebbe stata una rissa. Qui arriva l'intervento del principale testimone. L'indagato sembra calmarsi, si allontana. Torna alla sua vettura ed arma la fiocina per sparare.

In Italia, le liti stradali sono da sempre un capitolo importante nelle statistiche sulle aggressioni in generale. Ne accadono circa 200 ogni anno. Dati dell'osservatorio Asaps, specializzato sulla sicurezza stradale, parlano di una media di circa 5 morti l'anno e 223 feriti, 40 dei quali, con lesioni molto gravi. L'utilizzo di armi improprie ricopre il 15% dei casi.

Pubblicato su La Nuova Venezia