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Uccisa dall’ex a Silandro, Celine lo aveva denunciato a giugno. Lui si era licenziato per pedinarla. L’assessore: “Tutti sapevamo che veniva maltrattata, era violento”

La donna si era presentata ai carabinieri. Chiesto il lutto cittadino

TRENTO. A giugno scorso Celine Frei Matzhol, spaventata dai comportamenti violenti di Omer Cim, aveva presentato denuncia ai carabinieri per reati legati al codice rosso. «Tutti sapevamo che Celine veniva maltrattata dal compagno. Lui era violento, alzava spesso le mani, e se la gente mormora qualcosa di vero ci sarà. Infatti io ho raccolto un po' di informazioni». Dice all'ANSA Dunja Tassiello, assessora del Comune di Silandro. La donna l’altro giorno è stata ammazzata.

A quanto si è appreso a fine luglio, Omer Cim, l'uomo di 28 anni arrestato ieri dopo un inseguimento a passo Resia e indagato per la morte di Celine Frei Matzhol, 20 anni, si era licenziato dall'hotel di Laces dove lavorava come tuttofare, per pedinare la ex. Lei, che aveva trovato la forza di lasciare quel compagno violento, lo aveva raccontato nelle scorse settimane agli amici, con i quali voleva festeggiare la fine di quel rapporto tossico, organizzando una colazione insieme. Ma non ha avuto il tempo di farlo: ieri mattina la madre ne aveva denunciato la scomparsa, e poche ore dopo il corpo della ragazza era stato trovato senza vita nell'appartamento di Cim, a Silandro, dove era stato trovato anche un coltello che gli inquirenti ipotizzano possa essere l'arma del delitto

«Ovviamente - prosegue l'assessora- non si può fare degli stranieri tutta l'erba un fascio, ma quando queste persone entrano nel nostro Paese bisognerebbe chiarire il rispetto che noi abbiamo verso le donne. C'è poi il discorso delle carceri piene, quindi l'appello che facciamo alla politica è di realizzare nuove strutture affinché possa esserci la certezza delle condanne, perché poi magari può subentrare la seminfermità mentale e dopo pochi anni la persona viene messa in libertà. Questo è un problema, la comunità è arrabbiata perché la certezza della pena dovrebbe essere un deterrente. Una violenza simile è inaccettabile, questa povera ragazza aveva tutta la vita davanti a sé. Siamo a terra, senza parole e ho chiesto al sindaco di proclamare il lutto cittadino per solidarietà alla famiglia», commenta Tassiello.

Pubblicato su La Nuova Venezia