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Omicidio Lea Garofalo, morto suicida Rosario Curcio: è uno dei killer condannato all'ergastolo

Incensurato fino al momento dell’arresto nel 2010 ha fatto parte del gruppo criminale capeggiato da Carlo Cosco, compagno della donna

Uno dei killer di Lea Garofalo, Rosario Curcio, è morto in ospedale a Milano dopo essersi impiccato nel carcere di Opera mercoledì 28 giugno. Il 46enne, detto «patatino» e originario di Camilletto, una frazione di Petilia Policastro, in provincia di Crotone, stava scontando una condanna all’ergastolo per l’omicidio e la distruzione del cadavere della testimone di giustizia avvenuto nel novembre del 2009. Del suicidio è stata informata il pm di turno di Milano che coordinerà gli accertamenti sulla dinamica.

Curcio, incensurato fino al momento dell’arresto nell’ottobre 2010, ha fatto parte del gruppo criminale capeggiato da Carlo Cosco (condannato all'ergastolo), il compagno della Garofalo e padre di Denise. Secondo le indagini del nucleo investigativo dei Carabinieri di Milano, Curcio la sera del 24 novembre 2009 Curcio era in un magazzino al quartiere San Fruttuoso di Monza dove insieme a Vito Cosco detto Sergio, fratello di Carlo, e a Carmine Venturino (ex fidanzato della figlia di Lea Garofalo) a bruciare in un bidone il corpo di Lea. «Il terzetto composto da Venturino Carmine, Cosco Vito e Curcio Rosario - scriveva il gip di Milano nell’ordinanza di custodia cautelare - anziché partecipare alle ricerche (della sedicente scomparsa della donna, ndr), risultava, fin dalle prime luci dell’alba, localizzato nella cella di Monza».

Pubblicato su La Nuova Venezia