• Home
  •  > Notizie
  •  > Morte ex campione di ciclismo Rebellin, arrestato in Germania il camionista che lo investì

Morte ex campione di ciclismo Rebellin, arrestato in Germania il camionista che lo investì

Wolfgang Rieke, 62 anni, è stato arrestato su mandato di arresto europeo richiesto dal gip di Vicenza

Wolfgang Rieke, 62 anni, l'autotrasportatore tedesco che ha investito e ucciso il 30 novembre dello scorso anno l'ex campione di ciclismo Davide Rebellin, 51 anni, è stato arrestato su mandato di arresto europeo richiesto dal gip di Vicenza. Lo ha comunicato la Procura della Repubblica di Vicenza. Il camionista è in stato di fermo nel carcere Münster (Germania). Secondo l'ordinanza, si legge nella nota della Procura, il decesso di Rebellin «è da imputare esclusivamente ad una pluralità di norme comportamentali da parte di Rieke».

L’ex campione azzurro di ciclismo è stato travolto il 30 novembre scorso a Montebello Vicentino, in provincia di Vicenza, lungo la Regionale 1. Il camionista aveva già commesso in passato altre gravi infrazioni, tra cui un'altra fuga dopo un altro incidente e una guida in stato di ebbrezza con patente ritirata a Chieti nel 2014.

La dinamica

Gli investigatori erano giunti a una rosa di targhe, estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza che sono installate a ridosso della Regionale 11, a Montebello Vicentino. Lì quel mercoledì mattina Rebellin si stava allenando in sella alla sua bici da corsa, quando è stato schiacciato dal mezzo pesante. Dopo l’impatto, l’autotrasportatore sarebbe uscito dalla cabina di guida per dare un’occhiata alla carrozzeria, salvo poi ripartire senza alcuna esitazione e far perdere le sue tracce.

Ma in quel frangente il camion, di marca Volvo, è stato fotografato da alcuni presenti che evidentemente avevano compreso la situazione. I carabinieri hanno ascoltato alcuni testimoni e avviato le ricerche, alle quali hanno preso parte anche le altre forze dell’ordine. Sono stati poi esaminati numerosi filmati girati dalle telecamere del ristorante e da quelle di diversi caselli autostradali. La mole di dati è poi stata incrociata con le testimonianze, fino al momento in cui si è arrivati a individuare la targa tedesca. A quel punto, le autorità italiane hanno interessato anche l’Europol.

Pubblicato su La Nuova Venezia