Come in una serie americana: con l’ultimo saluto a Berlusconi va in scena la nostra storia familiare
Il funerale dell’ex premier sembra un film di Sorrentino, sembra “Reality” di Garrone, sembra la storia della televisione, con le facce stanche di figli stanchi, ex mogli, ex presidenti del consiglio, vallette, chirurghi, calciatori, nemici di una vita, capitani d’industria
Nessuno guarda in camera, mai. Sembra un film di Sorrentino, sembra “Reality” di Garrone, sembra la nostra storia familiare, sembra la storia della televisione, sembra la storia del nostro Paese, sembra una serie americana, con le facce stanche di figli stanchi, ex mogli, ex presidenti del consiglio, vallette, chirurghi, calciatori, carabinieri, nemici di una vita, marinai, amici, capitani d’industria, imprenditori, politici, mentre fuori dal Duomo stazionane le signore di Brera con la piega appena fatta, tifosi, iscritti al partito, curiosi, pensionati che passavano di lì, fiori, tanti fiori e bandiere. All’interno del Duomo in prima fila c’è la famiglia, in seconda fila la televisione, ai lati la politica. Silvio Berlusconi è stato tante cose, e tutte nel Duomo di Milano non ci stanno. C’è il fratello Paolo, ci sono i figli, in ordine di età e di madri, insieme a Marta Fascina. Più in là, fuori inquadratura, Veronica Lario. Dietro, Silvia Toffanin accanto alla donna più potente d’Italia, Maria De Filippi, l’unica con camicia bianca. Marta Fascina ha un brillante grande come la mia faccia, vestita come sempre di blu scuro, le figli e i figli sono composti in un dolore per un padre evidentemente amatissimo. Nessuno ha mai sentito o ricorda che suono abbiano le voci delle donne che hanno fatto parte della vita di Berlusconi, tutti ricordano solo la sua, così come a molti di noi sembra così strano l’attaccamento di questi figli a un uomo che noi abbiamo giudicato in maniera tragica. Ci sono tutte le facce della politica: Sergio Mattarella, Giorgia Meloni, Mario Draghi, Matteo Renzi, Umberto Bossi, ci sono tutti, e pagherei qualunque cifra per sapere cosa abbiano pensato quando gli è passato davanti il feretro. Il Duomo di Milano è diventato oggi Parlamento, Canale 5 e salotto della casa privata di un miliardario. Il feretro entra nel Duomo, dietro la bara un uomo con i guanti bianchi regge la foto di Berlusconi: nella foto sorride, è la classica foto di Berlusconi, come lo immaginiamo quando chiudiamo gli occhi. Piangono tutti: piange Marina, piange Piersilvio, piange Marta Fascina, piange Gerry Scotti, più in là c’è Barbara D’Urso che prega con le mani giunte. Alto, basso, parodia, tragedia, tutto lo spazio occupato tra “Drive in” e il Senato della Repubblica. Su Raiuno, Canale 5, Retequattro, Italia uno e La7 va in onda la diretta del funerale, su Raidue Squadra Speciale Cobra 11, mentre su Sky Atlantic va in onda “Succession”, ma sono ancora alla prima stagione, prima del funerale ne devono passare un bel po’ di puntate. L’omelia parla di uomini, parla di amici, parla di amore, ma soprattutto parla di successo: “Amare e desiderare di essere amati”, “amare e percorrere le vie della dedizione”, “amare e arrendersi, ecco cosa si può dire di un uomo”, “essere contento e amare le feste senza troppi pensieri e senza troppe inquietudini”, fino a chiudersi su: “essere contento degli applausi della gente”. Questo è stato Berlusconi: un uomo che ha cercato per tutta la vita l’applauso. Piersilvio tenta di scambiare il segno di pace con Marina, ma Marina si era già voltata verso Marta Fascina. È un trattato politico? È una premonizione? È il segno di un futuro vicinissimo? Per tutto il tempo vengono inquadrati capelli cotonati, grandi lavori di chirurgia estetica, chilometri di perle, velette riflettenti, pianti senza lacrime. Marta Fascina sembra Marlene Dietrich in “Testimone d’accusa”, sembra essere sul punto di dire: “Non svengo mai perché non sono sicura di cadere con grazia, e non annuso i sali perché mi gonfiano gli occhi”. E poi c’è la bara. Tutti applaudono la bara, applaudono il corpo morto di un uomo che pensavamo non sarebbe mai morto, sembrano tutte piccole le bare viste da casa. Esce il feretro scortato dai carabinieri, fuori sventolano le bandiere del Milan, si sentono i cori, tutti applaudono, tutti riprendono col telefonino, forse vorranno riguardarselo a casa perché non mi spiego come una persona possa fare il video a un funerale o fare foto ricordo a una bara. Su Canale 5 è tutto una dissolvenza tra le immagini del Duomo e palloncini azzurri che volano in cielo, la voce di Cesara Buonamici rotta dalla commozione, gente che grida “Ciao Silvio”. Fascina accarezza la bara, sempre accanto a Marina. I figli ringraziano commossi le persone fuori dal Duomo, e vanno via tenendosi per mano. Chissà se tra qualche mese si terranno ancora così stretti.
Pubblicato su La Nuova Venezia