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Trieste, caso Resinovich, il gip riapre le indagini: “Sono 25 i punti da chiarire”

Disposti nuovi approfondimenti per il caso della donna scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata morta il 5 gennaio 2022 nel bosco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni

Il gip di Trieste Luigi Dainotti ha disposto approfondimenti di indagine in relazione alla morte di Liliana Resinovich, scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata senza vita il 5 gennaio 2022 nell’area boschiva dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, a Trieste. La decisione del giudice è arrivata dopo la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura alla quale si era opposto il marito della vittima, Sebastiano Visintin, e alcuni familiari. Il gip nell’ordinanza ha disposto di procedere all'iscrizione per il reato di omicidio volontario a carico di ignoti. «Questo Ufficio procederà all'esecuzione delle articolate attività indicate dal gip con la stessa determinazione ed attenzione profuse fin dall'inizio della presente vicenda, allo scopo di chiarire per quanto possibile tutte le circostanze del fatto, d'individuare tutti gli ipotizzabili reati commessi in danno della signora Resinovich - si legge nella nota del Procuratore di Trieste Antonio De Nicolo - e, se la sussistenza di detti reati risulterà confermata dagli esiti delle investigazioni suppletive - d'identificarne gli autori».

Nella nota il Procuratore si augura «che il provvedimento emesso dal gip contribuisca a mantenere, d'ora in poi, la vicenda entro gli stretti binari istituzionali dell'investigazione giudiziaria, senza le indebite incursioni troppe volte compiute in passato nell'effimero mondo dei social media e dei talk show». Nel provvedimento del gip, che si articola in 25 punti, si chiede tra l’altro una nuova consulenza medico-legale, '«previa verifica sull'utilità di una riesumazione del cadavere della donna» che «accerti le lesioni riscontrate, la loro origine, il mezzo che le ha prodotte, la datazione, e ogni altro elemento utile a qualificare il decesso quale conseguenza di un’azione e suicidaria o di un fatto attribuibile a terzi».

Inoltre il gip ha disposto l’acquisizione e l’analisi di tutti gli account emersi dai dispositivi in uso a Liliana Resinovich, la verifica delle celle telefoniche che ricoprono l’area del ritrovamento del cadavere e l’analisi del traffico di cella per verificare quali utenze hanno agganciato il luogo del ritrovamento del cadavere».

Per il giudice è necessario anche effettuare un esame di raffronto tra le varie tracce di Dna trovate sul cordino utilizzato per chiudere i sacchi al collo di Liliana e le tracce di Dna miste trovate sugli indumenti della donna e su una bottiglietta che era nella sua borsa e sentire alcune persone in relazione alla «disponibilità di somme contanti nell'abitazione di Sebastiano Visintin e Liliana Resinovich».

Pubblicato su La Nuova Venezia