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Milano, muore contagiato dal fungo killer Candida auris

L’uomo era arrivato dalla Grecia ed era ricoverato all’ospedale Sacco

«Non c’è nessun pericolo che questo micete sia fuoriuscito dal paziente». A dirlo è la Professoressa Maria Rita Gismondo, direttrice della microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, dopo la morte di un paziente, risultato positivo alla Candida auris. L’uomo era arrivato dalla Grecia, era stato ricoverato al Sacco per un ictus ed è deceduto stamattina: «Non ci sono pericoli di contagio perché il paziente appena è arrivato è stato subito ricoverato: la persona è arrivata già infetta». Nessun focolaio quindi, come era accaduto anni fa quando aveva interessato le regioni settentrionali del Paese nel periodo pandemico 2020-2021, come riporta il sito Epicentro dell'Istituto superiore di sanità (Iss). «L’ospedale sta mettendo in campo un accurato controllo degli ambienti nei quali il paziente è stato ricoverato per avere la massima sicurezza» rassicura Gismondo.

Candida auris: perché è così pericoloso e perché sfugge agli antibiotici

La candida auris è un fungo che è stato isolato per la prima volta in Giappone nel 2019. Si tratta di un tipo emergente di Candida molto insidioso: «La particolarità e la gravità di questo micete è che purtroppo non è sensibile alla terapia, ovvero è resistente alle molecole antimicotiche che oggi conosciamo». Al momento quindi non esiste una cura anche se «ci sono molti studi attivi in corso, in collaborazione con i centri internazionali - aggiunge la direttrice - Al momento di molecole che si prospetta possano essere usate a brevissimo non ne abbiamo ma ci arriveremo». La Candida auris può trasmettersi attraverso il contatto con superfici e/o dispositivi medici contaminati o tramite il contatto con persone infette. La diffusione di questi funghi ha però radici anche nel cambiamento climatico: «Si parla tanto di clima e oggi la turbativa peggiore che si sta avendo è quella che riguarda la microflora circolante: abbiamo da un lato virus, batteri e miceti che ci arrivano dalla deforestazione - spiega Gismondo - Alcuni virus, la Sars è stato uno di questi, vivevano nelle foreste senza dare nessun fastidio all’uomo ma purtroppo l’urbanizzazione eccessiva sta provocando una deforestazione e quindi tutto quello che era nella foresta ora sta aggredendo l’uomo».

Inoltre, per quanto riguarda i miceti «questi prendono il sopravvento soprattutto lì dove c’è stato un uso indiscriminato degli antibiotici».

Sulla pericolosità di questo fungo in particolare dentro gli ospedali, la dottoressa Gismondo precisa: «negli ospedali ci sono pazienti fragili quindi tutto può essere particolarmente dannoso, anche quelle che fuori sono banali infezioni da stafilococco dentro gli ospedali diventano importanti. Se un microbo del genere si infiltrasse nelle terapie intensive o in oncologia avrebbe come facile preda quei pazienti fragili che di solito vengono ricoverati in quei reparti».

Pubblicato su La Nuova Venezia